LA TRAVIATA E IL SUO TEMPO
Atmosfere ‘a tinte forti’: l’amore, la morte, il dolore, la gelosia

Musica di G.Verdi
Selezione di arie da La Traviata

Protagonisti e interpreti

Violetta Valery Kuk Ji Eun (soprano)
Alfredo Germont Roberto Cresca (tenore)
Giorgio Germont Brandon Matteo Ascenzi (baritono)

9 GIUGNO 2017 ore 18,30

Auditorium AIDM
Via Cimone,150

Associati: Ingresso libero
Ingresso : € 10
Informazioni: 340.2487915 info@ilvillaggiodellamusica.it
www.ilvillaggiodellamusica.it

La traviata (1853) è un’opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave tratto dalla pièce teatrale di Alexandre Dumas (figlio), «La signora delle camelie»; i nomi dei personaggi vennero però cambiati: ad esempio la protagonista Marguerite Gautier, peraltro personaggio realmente esistito, è diventato nella finzione scenica Violetta Valery, Armand Duval è Alfredo Germont.
Il tema della malattia, nel nostro caso la tisi, male romantico per eccellenza, stava particolarmente a cuore a Giuseppe Verdi, in quanto la sua compagna Giuseppina Strepponi, che divenne sua sposa dopo anni di convivenza, era malata così gravemente, che il musicista ne temette addirittura la scomparsa. Viene considerata l’opera più significativa e romantica di Verdi e fa parte della “trilogia popolare” assieme a Il trovatore e a Rigoletto. La prima rappresentazione avvenne al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853 ma, a causa soprattutto d’interpreti non all’altezza e della scabrosità dell’argomento, si rivelò un sonoro fiasco; ripresa l’anno successivo con l’interpretazione di un cast più valido e retrodatando l’azione di due secoli riscosse finalmente il meritato successo. Nel tempo La traviata non ha mai smesso d’appassionare, entrando a far parte del cosiddetto “repertorio”. Il ruolo principale, quello di Violetta, richiedendo una voce da soprano al tempo stesso di coloratura, specie nell’atto primo, lirica e drammatica, in modo da restituire appieno la tinta verdiana, ha avuto interpreti di altissimo livello. Fra i passaggi più popolari dell’opera sono da segnalare l’invocazione di Violetta “Amami, Alfredo”, il famoso brindisi “Libiamo ne’ lieti calici”, la cabaletta “Sempre libera degg’io”, la celebre aria del tenore “Lunge la lei per me non v’ha diletto”, il concertato finale del secondo atto, l’aria “Addio, del passato” e il duetto “Parigi, o cara”.

Trama
I – Parigi, casa di Violetta Valery. Violetta cortigiana donna di mondo, si trova nel salone della sua casa intenta negli ultimi preparativi prima dell’arrivo dei suoi ospiti. Arrivano dopo poco gli ospiti tra cui Il visconte de Letorières che presenta Alfredo Germont a Violetta, spiegandole che Alfredo durante la recente malattia di lei, aveva chiesto più volte delle sue condizioni di salute.
Violetta ne è lusingata e sottolinea al barone Douphol (protettore di Germont) come questi non abbia avuto le stesse premure. Il barone indispettito mostra il suo disappunto a Flora Bervoix.
Violetta propone un brindisi, a cui si uniscono tutti i presenti.
Invita poi tutti a spostarsi nella sala accanto, ma lei rimane nella stanza a causa di un malore. Nella stanza c’è anche Alfredo che approfitta del momento e le dichiara il suo amore. Violetta gli propone un rapporto di amicizia e gli consegna un fiore, chiedendogli di riportarlo il giorno successivo. Alfredo si allontana felice di aver ricevuto l’invito per l’indomani. Alla fine della serata, tutti vanno via e Violetta, sola, ripensa alle parole di Alfredo, ma si ripromette di rinunciare all’amore e continuare la sua vita da cortigiana.
II- Alfredo incontra la domestica di Violetta, Annina che gli confessa che la sua signora, per poter mantenere la casa, è costretta a vendere i suoi bene. Alfredo promette di occuparsi della situazione economica di Violetta chiedendo ad Annina di tenerla all’oscuro.
Intanto il padre di Alfredo (Giorgio Germont) è a casa di Violetta per accusarla di approfittarsi di suo figlio. Violetta gli mostra i documenti che attestano la vendita di tutti i suoi beni per mantenere l’amante nella sua abitazione. Giorgio Germont comprende l’amore dei due, ma ha anche una figlia che sta per sposarsi e le spese di Alfredo potrebbero mettere a rischio il matrimonio. Chiede dunque a Violetta di lasciare che il figlio torni a casa e di allontanarsi.
Violetta scrive una lettera al Barone Douphol e una allo stesso Alfredo Vermont in cui comunica la decisione di lasciarlo.
Arriva Alfredo che ha saputo che il padre è passato di lì e ignaro di tutto vorrebbe presentarlo a Violetta. Lei però dopo essersi fatta giurare eterno amore, fugge.
Alfredo legge la lettera e la segue nonostante le suppliche del padre.
Siamo alla festa di Flora Bervoix, dove si vocifera della separazione tra Alfredo e Violetta. Alfredo arriva alla festa per cercarla e lei arriva poco dopo accompagnata dal barone Douphol. Alfredo giocando la insulta indirettamente e il barone quindi lo sfida a carte. Alfredo vince la partita incassando una cospicua somma di danaro. Violetta allora chiede di parlargli in privato e mentendo gli riferisce di amare il barone. Lui profondamente ferito chiama tutti gli invitati e getta una borsa di monete ai piedi di Violetta che sviene tra le braccia di Flora. Tutti inveiscono contro Alfredo e anche il padre Giorgio che nel frattempo è arrivato a palazzo, lo rimprovera. Il barone Douphol sfida a duello Alfredo.
Alfredo e Violetta si dichiarano amore.
III- Violetta è in camera indebolita dalla tisi. Il medico riferisce alla domestica che alla sua signora restano solo poche ore. Violetta stringe una lettera del padre di Alfredo in cui c’è scritto che Alfredo avendo saputo tutta la verità sta tornando da lei.
Mentre fuori si festeggia il carnevale, arriva Alfredo al capezzale della sua amata e le promette di portarla a Parigi. Arriva anche il padre di Alfredo pentito di averli separati. Violetta sa che non ha un futuro e consegna ad Alfredo un medaglione chiedendogli di non dimenticarla. Sembra riprendersi, si alza ma poi ricade senza forze.